sabato 25 settembre 2010

Dalla LightArt alla Light painting. La luce protagonista indiscusso nella creazione di nuove forme artistiche.

Tubi di luce al neon

La LightArt è una forma d'arte visiva in cui sia il mezzo di espressione  che il fine ultimo di un' opera sono rappresentati dalla luce. Gli inizi di questa nuova forma artistica risalgono intorno alla metà del 20° secolo, anche se comunque il precursore può essere considerato Lucio Fontana, fondatore del movimento spazialista che prevedeva un superamento della concezione dell'arte statica inserendo in essa le dimensioni del tempo e dello spazio, che nel 1951 espose alla IX Triennale di Milano un' installazione di tubi al neon.
Questa forma d'arte nasce con vita autonoma definendosi con la resa di un proprio fine espressivo, si basa infatti sulla creazione di vere e proprie installazioni con oggetti e forme luminose, quali tubi e lampade al neon sia da parete che mobili, di varie misure, dai colori accesi e talvolta fluorescenti, usati con diverse funzioni come ad esempio accentuare linee, ridisegnare spazi e prospettive o per creare contrasti tra colori e forme, il tutto per conferire nuove sembianze, creare spazi effimeri o aprire nuove frontiere estetiche e percettive per provocare nell' osservatore grande impatto visivo ed emotivo. La luce e gli oggetti che provocano luce da elementi primordiali divengono dunque forma e  colore; essi passano da mezzo a contenuto, da presentazione a rappresentazione di se stessi.
La LightArt è nata e si è diffusa soprattutto in America grazie al contributo di due artisti ritenuti i padri di questa nuova disciplina, si tratta di Dan Flavin e James Turrell, a cui in seguito si sono aggiunti anche altri esponenti internazionali come O. Eliasson, R. Irwin, B. Munro; in Europa solo negli ultimi anni si sta diffondendo mentre in Italia riscuote poco successo perchè ci sono musei che non sono disposti ad investire su artisti ed opere di grande sperimentalismo, tuttavia è stata usata per illuminare architetture e monumenti in occasioni di manifestazioni ed eventi particolari.

LightArt di Dan Flavin:



Dalla nascita della LightArt si sono diffuse nuove forme artistiche che hanno come protagonista la luce, tra cui la Light painting, che significa "disegnare con la luce", è una tecnica fotografica che permette di dipingere un soggetto controllando con maestria una qualsiasi sorgente luminosa, torce, fari, cellulari, laser, tubi neon, led, come se fosse un pennello. E' una tecnica da utilizzare prevalentemente al buio lasciando aperto solo l'otturatore della fotocamera o della videocamera, le quali vanno poggiate su un cavalletto e devono essere dotate di un tempo di posa abbastanza prolungato, per riprendere il soggetto che disegna durante l'esecuzione. La Light painting usata soprattutto nei pesi asiatici e americani permette di creare immagini che vanno al di là della razionale visione del mondo e delle cose ed è il tempo a miscelare la realtà estetica con la fantasia pittorica, il risultato finale è reso soltanto dalle immagini che si creano.

Light painting performance:

martedì 21 settembre 2010

Le donne "in mostra" dai macchiaioli a Modigliani


Augusto Mussini, macchiaiolo,
ritratto con profilo di una contadina
A Civitanove Marche  nell' auditorium di Sant'Agostino è stata allestita una mostra intitolata uno "Sguardo sulle donne", aperta il 1 settembre e che durerà fino al 17 ottobre, ed è incentrata sulla pittura italiana che comprende alcuni artisti dell'800 e del 900, con un repertorio che va dai macchiaioli a Modigliani.
 La mostra che ha come protagonista principale la donna, precisamente espone 50 dipinti di ritratti femminili ed alcune sculture e presenta i vari ruoli che le donne ricoprivano nel tempo, specie in diversi periodi storici dall' unità d' Italia fino alla prima guerra mondiale. Si tratta dunque di un arco temporale ampio caratterizzato da profondi mutamenti storici ma soprattutto sociali in cui la donna inizia ad avere consapevolezza del suo ruolo nella vita quotidiana e tenta di ribellarsi alla condizione di sottomissione a cui era stata destinata. Ecco che allora i dipinti ci mostrano donne lavoratrici oltre che mogli e madri, di conquistatrici e femme fatal, di suore sconsolate perchè recluse per volere delle famiglie e ancora di donne in pose spregiudicate che fungono da modelle per artisti. Ci saranno anche quadri sconosciuti alla maggior parte del pubblico e per questo dal sapore inedito, come ad esempio un ritratto dell'artista futurista Giacomo Balla, la signora Simboli dipinta nel 1928, o anche una donna profondamente segnata nel fisico e nell'animo dalla fatica della vita dei campi del pittore ascolano Nazzareno Orlandi.

Amedeo Modigliani,
Ritratto di Beatrice Hastings

Alla mostra sono presenti anche alcuni ritratti di Modigliani, artista noto per le sue forme allungate con facce dalle forme geometriche, tonde, ovali, squadrate; specie di una delle sue donne  soprattutto il ritratto di Beatrice Hastings, primo di quattro amori, molto spigliata e dotata di grande intelletto e di notevole cultura. Era soprattutto una spregiudicata femminista, infatti aveva idee progressiste riguardo alle donne e ai loro rapporti con gli uomini; per questi motivi i due ebbero un rapporto amoroso molto travagliato ma benefico per certi versi perchè spinse l'artista ad avere parecchi influssi creativi.
Il ritratto della Hastings mostra solite forme allungate e viso pallido, e riflette poca espressività simbolo questo che testimonia il fallimento di quell'amore tumultuoso, che invogliò Modigliani a trovare lo stile piu congeniale per la sua produzione artistica.
Autoritratto di Giulia Centurelli

 ....E se la mostra è dedicata alle donne non possono mancare opere di pittrici, perchè di pari passo con la società anche l'arte cambia agli inizi del '900 diventando accessibile a tutti senza piu discriminazioni, a tal proposito ricordiamo il nome di una protagonista del risorgimento marchigiano, Giulia Centurelli, artista, pittrice e patriota.

venerdì 17 settembre 2010

A Milano il genio del Surrealismo: Salvador Dalì

Salvador Dalì

Al Palazzo Reale di Milano dal 22 settembre al 31 gennaio 2011 ci sarà una mostra dedicata a Salvador Dalì, "Il sogno si avvicina", maestro eccentrico del movimento artistico surrealista fondato nel 1924 dal poeta Breton per superare la riproduzione realistica degli oggetti a favore di una totale libertà espressiva resa dal sogno e dall' inconscio. Da ricordare che Dalì ritorna per la seconda volta a Milano poichè nella stessa location si tenne la sua prima esposizione personale in Italia. La mostra conterrà oltre 50 opere e in più ci sarà una novità, si tratta di un inedito animato. A tal proposito pochi sanno che oltre alla passione pittorica, Dalì era un cinefilo e amava recarsi al cinema quasi ogni domenica sia per piacere che per abitudine. Il suo amore per il cinema lo portò a collaborare con abili cineasti come Hitchcoch per il quale elaborò delle scene grafiche per un sequel.
Il cortometraggio animato che sarà esposto è intitolato "Destino" e fu realizzato in seguito alla collaborazione dell'artista con la Walt Disney tra il 1945-46, casa produttrice per la quale Dalì eseguì molti disegni oggi conservati dall' Animation Research Library della Walt Disney. Il filmato in questione che non fu completato all'epoca per mancanza di budget è stato finalmente terminato nel 2003 e contiene immagini di strani personaggi che volano e camminano a mezz' aria.

giovedì 16 settembre 2010

Lego-art is Lego cult. I Lego nell'arte contemporanea


I lego, dal termine danese "leg godt" ( gioca bene), i famosi mattoncini colorati assemblabili, creati dal falegname Ole Kirk Christiansen nel 1934 prima in legno e poi in plastica, commercializzati dall'azienda omonima danese produttrice di giocattoli, che hanno stimolato la fantasia e la creatività di intere generazioni di bambini, sono divenuti ora strumento per la  produzione di arte contemporanea. 
L'artista tedesco Jon Vormann, di 27 anni li ha usati come strumento principale del suo lavoro artistico, chiamato "Dispatch work", termine dal senso non definito in quanto gergo usato in radio dai poliziotti americani per trasmettersi informazioni, sembra che significhi "passo e chiudo". Durante un festival di arte contemporanea chiamato "20 Eventi" , svoltosi nei pressi di Roma precisamente a Bocchignano, l'artista mentre passeggiava è rimasto colpito dall'architettura del paesino, specie dalla varietà dei materiali delle costruzioni civili. Da ciò dunque sarebbe partita la sua originalissima idea, semplice quanto infantile, di utizzare i mattoncini Lego per riempire le crepe e i buchi che affliggevano i palazzi, le mura del paese ed altre strutture. L'idea nata per caso è diventata un vero e proprio metodo di lavoro per l'artista, tant' è vero che ha riparato, e sta lavorando tutt'oggi, anche le architetture di altre città internazionali come Tel Aviv, Belgrado, Berlino, New York ed altre. Un vero e proprio metodo lavorativo per dare smalto e colore a vecchi palazzi ingrigiti dallo smog e consumati dal tempo.

Esempi di architetture con i Lego:


Bocchignano



New York


Tel Aviv


Oltre a Vormann, anche un altro artista, l'italiano Marco Pepe, alias Udronotto, ha utilizzato i mattoncini Lego come forma espressiva dei suoi lavori per conferire all'arte semplicità ed immediatezza di linguaggio. I lavori di Udronotto, divulgati attraverso il web e in seguito a esposizioni in gallerie di arte  contemporanea, consistono nel riprodurre con i Lego delle parodie  di opere famose, siano esse quadri di importanti pittori o scene di film o fotografie. L'idea ha l'intento di una vera e propria funzione divulgativa dell'arte per avvicinare ad essa un pubblico variegato per cultura e per età, includendo i bambini che così iniziano a familiarizzare con l'arte e gli adulti che riscoprono quel lato infantile inconscio che risiede nell'essere umano e non lo abbandona mai.

Ritratto dei coniugi Arnolfini di Van Eych

L'uso dei Lego è diventato un vero e proprio cult,  il loro utilizzo è stato trasportato anche nella moda, ad essi si è infatti ispirato lo stilista francese Jean Charles de Castelbajac, "stilist" che cura pure l'abbigliamento della cantante americana Lady Gaga, per costruire graziosi cappellini ed abbellire i suoi vestiti. Lo stilista inoltre per stupire gli spettatori, ha inaugurato una sua sfilata con una video di computer grafica intitolato Lego sfilata, eseguito per l'occasione dal francese Fabrice Pathier, dove i diversi modelli di abiti sfilano davanti ad un coloratissimo pubblico.

Ecco il video: